Sbagliare è inevitabile. Siamo segretamente convinti che solo quando smetteremo di sbagliare saremo felici.
Sbagliare è inevitabile: l’unico modo per non sbagliare è non fare (e forse anche quello è un errore). Quando sbagliamo iniziamo a raccontare la storia del perché abbiamo sbagliato: dentro e fuori di noi ci ripetiamo le ragioni di quell’errore. Ad ogni racconto ne troviamo di nuove e man mano che raccontiamo i cerchi di questa storia si allargano fino a coinvolgere altre persone, altri episodi della nostra vita.
Alla fine ogni errore diventa una saga. Questo non lo facciamo solo con noi stessi: lo facciamo anche con gli altri. Quando sbagliamo iniziamo a fare molte ipotesi del perché è successo, delle ragioni e delle intenzioni che stanno dietro a quella situazione. Lo facciamo per paura: quella sottile e insidiosa paura di sbagliare che, a volte, diventa paura di muoversi e fare.
Siamo segretamente convinti che solo quando smetteremo di sbagliare saremo felici. Non è così. C’è una strada più semplice ed immediata: perdonarci e perdonare, imparando dai nostri errori e lasciando andare quelli altrui.
N. Cinotti
Quando qualcosa ci ferisce non pensiamo che possa essere una fonte di saggezza o che faccia parte del nostro percorso di vita. Anzi, pensiamo che la ragione per cui pratichiamo sia proprio sbarazzarci dei sentimenti dolorosi. In questo modo, ingenuamente, coltiviamo una sottile aggressione nei nostri confronti. Il fatto è che tutti abbiamo i nostri momenti no. Tutto quello che possiamo fare per diventare più saggi, più gentili e più a nostro agio nel mondo nasce da quello che succede proprio adesso. Possiamo aspirare ad essere gentili proprio adesso, a rilassarci e aprire il proprio cuore proprio adesso, proprio nei confronti del momento che stiamo vivendo, in questo preciso istante. Adesso è il momento. Se esiste una possibilità di illuminazione, è proprio ora e non in un imprecisato futuro.
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Pema Chodron