“L’Arte di abbandonarsi al presente รจ l’essenza della Meditazione”. Stefano Mazzilli
Buona lettura, buona meditazione!
Tratto da “Il filosofo nudo. Piccolo trattato sulle passioni”, di Alexandre Jollien.
Penso a Nietzsche: ยซOgni respingere e negare rivela una mancanza di feconditร . In fondo, se fossimo solo della buona terra, non potremmo lasciar perire nulla inutilizzato e dovremmo vedere in ogni cosa, avvenimento e uomo, gradito concime, pioggia o soleยป.
La buona terra non nega l’impotenza e non banalizza la debolezza, ma le riceve per farne un terreno fertile.
Denudarsi, svestirsi di sรฉ, lasciar ogni affettazione e abbandonarsi alla fiducia. E lasciar cadere ogni cosa: ruoli, aspettative, timori e guai, per essere semplicemente presenti, aperti, per vivere nudi, senza armi, e donarsi come bambini.
Moltiplicare i momenti di ritiro in se stessi, chiedersi a che punto si รจ giunti, vedere le emozioni, i sentimenti e le confusioni interiori non come momenti di controllo ma come occasioni di abbandono, di resa, di capitolazione.
Si tratta poi di abbandonare lo stesso abbandono, senza irrigidirsi.
Per non farmi inghiottireย dalle avversitร devo ricrearmi, riposarmi.
Potrei continuare ad accumulare pagine su pagine ed elaborare mille teorie sull’arte di vivere, ma finchรฉ non saprรฒ accostarmi a ciรฒ che sono e a ciรฒ che possiedo non andrรฒ molto lontano!
Finchรฉ non saprรฒ aprirmi al presente tutto quello che realizzo non serve a niente!
La cosa piรน difficile รจ provare ad abbandonarsi nelle difficoltร dell’esistenza, qui e ora, nei miei accessi di passione. Quando l’ondata รจ cessata o quando รจ ancora molto lontana รจ facile praticare.
Ma che fare in piena tempesta? Come azzardare il distacco quando so che quello che รจ piรน forte di me mi lascerร inerme ed impotente?
Ecco il cuore della pratica! Ecco il mio lavoro .
Non sono piรน il centro del mondo; abbandono per un po’ agitazioni, confusione, desideri, rifiuti e resistenze per essere pienamente qui e ora. Posso rivolgere uno sguardo d’amore a tutto ciรฒ che mi circonda.
Si tratta poi di rileggere la giornata per scoprirvi tutto quanto si sia ricevuto di buono, che troppo spesso viene dato per scontato e diventa semplice routine. Dire grazie, in questo caso, non dipende dalla gentilezza ma da una coraggiosa apertura alla gioia, da uno sguardo che si apre, che accoglie e cosรฌ si nutre.
Mi vedo mentre corro per tutta la giornata, osservo le abitudini grandi o piccole, buone o cattive, che mi condizionano o mi liberano.
Lungi da ogni giudizio o senso di colpa, arrivo quindi a esaminare i miei passi falsi: perchรฉ ho perso la pazienza in quel modo, per cosรฌ poco?
Senza appesantirmi, per ripartire poi con maggior intensitร , con nuovo slancio, non c’รจ nulla di meglio che chiedermi che cosa io possa fondare qui e ora.
ย Nessun atteggiamento moralizzatore. Ogni giorno imparo a guardare meglio, a vivere in maniera un po’ meno automatica, a cogliere ciรฒ che mi nutre davvero.
L’esercizio apre una via per gioire e godere della vita, per abbandonare quel cinema interiore che ci sprofonda nel nostro mondo e ci vota all’insoddisfazione.