Effetti terapeutici della Meditazione
Effetti terapeutici della Meditazione

Effetti terapeutici della Meditazione

EFFETTI DELLA MEDITAZIONE

di Donatella Bielli, Istituto Milanese di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale – Scuola ASIPSE di Milano

La seduta meditativa consiste nell’acquisizione della capacità di interrompere il flusso incessante del pensiero tramite la concentrazione su un focus attentivo rappresentato da oggetti che entrano nel campo percettivo: immagini, suoni, sensazioni tattili o gustative e il pensiero stesso, inteso come oggetto della mente da osservare con distacco, senza immedesimarsi in esso e senza seguirne le catene associative; il pensiero quindi nella sua dimensione di automatismo mentale privato dei processi cognitivi volontari.

La percezione di un oggetto percepito senza interferenza del pensiero e quindi l’attenzione piena su ciò che sta accadendo qui ed ora, deve essere poi portata nella quotidianità su ciò che accade in noi e nel mondo circostante, sulle emozioni, sui pensieri automatici e involontari, sulle sensazioni, sugli eventi in successione temporale, su tutti i fattori interni ed esterni che fanno della nostra esistenza un insieme di momenti chiamati “presente”. Da ciò si evince che la meditazione non è un esercizio fine a se stesso ma un abito mentale da indossare ogni giorno, al fine di diventare consapevolmente attenti a ciò che accade nel mondo interno ed esterno e da cui deriva sia la possibilità di spezzare gli automatismi mentali e comportamentali con cui per lo più viviamo, sia la possibilità di scegliere con lucida presenza mentale come agire nella realtà anziché reagire inconsapevolmente agli stimoli.

Lo scopo principale dell’esercizio meditativo è quindi l’acquisizione di una maggiore coscienza di sé e della realtà, a cui seguono evidenti effetti positivi sulla gestione della propria mente e della propria vita.

La meditazione inoltre è causa di modificazioni ormonali e neuronali di comprovato beneficio a livello fisico.

Secondo numerosi studi scientifici, la pratica costante di tecniche meditative causa infatti la regolazione della produzione di cortisolo, ormone prodotto durante una condizione di stress, la riduzione della noradrenalina, neurotrasmettitore prodotto sotto stress, un aumento della melatonina, della serotonina, del Dhea, ormone con ruolo sull’umore e sul sistema immunitario, ed infine un aumento del testosterone (Carosella, Bottaccioli, 2003).

Considerando tali mutamenti fisiologici tipicamente presenti durante lo stato meditativo, la ricerca si è concentrata sulle proprietà terapeutiche della meditazione. Effetti positivi si sono riscontrati sulla sintomatologia del colon irritabile(Keefer, Blanchard, 2002) e sull’asma (Manocha, e al., 2002).Gli studi condotti riportano che si associa alla pratica regolare della meditazione una riduzione degli attacchi di cefalea, una riduzione della gravità dell’ipertensione (Shapiro, Salsh, 1984), degli episodi di angina, del restringimento delle coronarie (Ornish, e al., 1998) ed alla diminuzione della aterosclerosi della carotide.

I meccanismi implicati negli effetti della meditazione su tali patologie sono la riduzione dei sintomi fisici tipici dello stress, l’aumento delle  difese immunitarie e la regolarizzazione del respiro (Castello-Richmond, 2002).

La pratica della meditazione implica dunque numerosi effetti positivi a livello fisico. Si aggiunge a ciò l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del qui ed ora, che se coltivata durante la quotidianità aiuta a sviluppare la capacità di ascolto della mente ed a introdurre la presenza mentale, la sola in grado di spezzare gli automatismi comportamentali, cognitivi ed emotivi, garantendo libertà e benessere, ove il benessere è la massima e piena espressione dell’essere liberi, innanzitutto da se stessi.

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