Tutte le emozioni hanno un effetto sulla nostra percezione di noi stessi e del mondo. È per questo che è così importante saper distinguere le emozioni: altrimenti crediamo che gli effetti che hanno su di noi siano la realtà delle cose. E invece sono il risultato dell’emozione che proviamo. E, spesso, l’emozione che proviamo ha i piedi nel passato e solo lo sguardo nel presente.
Le emozioni sono materia così sensibile e delicata che spesso si nascondono nei nostri pensieri. O si mostrano solo quando sono molto intense. Questo è vero per tutte le emozioni ed è verissimo per la paura e l’ansia. Spesso non ci rendiamo conto di quanto si espanda nella nostra vita. Di quanto entri nelle pieghe delle nostre risposte. E di quanto nutra le fantasie che facciamo sul futuro e sulle motivazioni altrui.
L’ansia altera la nostra capacità di leggere le intenzioni altrui. E mette l’accento sempre sugli aspetti più oscuri. Sulle ragioni meno nobili. Lo fa per proteggerci ma ci spaventa moltissimo. E, soprattutto, non ci lascia il tempo. Quel tempo così necessario per cogliere se le nostre paure sono fantasie o realtà.
Così, ogni volta che pratichiamo pausa, ogni volta che non corriamo alle estreme conseguenze, ogni volta che non diciamo “so già come va a finire” ci abituiamo a riconoscere la voce della paura e dell’ansia e a distinguerla dalla realtà. Perché la paura – come ci insegnano i bambini – ha anche un grande fascino: quello dell’eccitazione. E a volte ci lasciamo catturare da quell’eccitazione per sfuggire la noia delle nostre giornate. Spesso i nemici che vediamo sono solo ombre di noi stessi, ingigantiti dalla paura.
N. Cinottti
“Quando iniziamo ad osservare con più attenzione la nostra vita spesso scopriamo quanto il sentimento della paura sia diffuso. Quello che facciamo di solito con la paura e di proteggerci dal percepirla sopprimendola o separandoci dalle cose che ci fanno paura. Sentire paura non significa avere un problema.”
Saki Santorelli